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merob

Ricordo quell’ ultima telefonata che mi ha fatto prima del ricovero in ospedale, da dove poi non è praticamente più uscito…ho riso così tanto, da lacrime!.. non potevo immaginare che di lì a poco me ne avrebbe fatte versare altrettante, suo malgrado.
“Ah Francè, il dottore mi ha dato un altra pillola, e mo’ c’è quella pe’ magnà, quella pe’ digerì, quella pe’.. annà di corpo, quella pe’ questo, quella pe’ quell’altro… e io gli rispondo: ma dai Roby che ti importa tanto noi abbiamo il Rock n roll!!..(ricordandomi di quanto si divertiva quelle volte che mi aveva accompagnato un “dobro remake” di rock n roll dei Led Zeppelin )
e lui : “sè! mo ce vole pure la pillola per il rock n roll!”

Mi raccontava tante cose, si lamentava di come la scena musicale romana lo avesse deluso, si parlava di qualcosa di nuovo da inventare, per smuovere le acque del Tevere, o un nuovo pretesto per viaggiare ed esportare il Blues made in Italy.
Lui stava lavorando ad un progetto che lo entusiasmava molto, con dei musicisti senegalesi, aveva registrato tutti i provini ed era pronto a partire per il nuovo album, quando poi qualcosa è cominciato ad andare storto…
la vita è così, quando meno te lo aspetti arriva qualcuno e ti chiama il finale, prima che tu abbia suonato il tuo pezzo preferito, che lasci sempre in fondo alla scaletta… beati quelli ai quale resta l’opportunità di fare il bis!
O forse no…
Avrebbe voluto un figlio, avrebbe mangiato di meno.. avrebbe dedicato più tempo alla moglie, la dolcissima Adriana, il suo “Black Angel” che non l’ha lasciato un attimo fino all’ultimo.
In quanto a me, avrebbe continuato a spronarmi a fare meglio, a concentrarmi sulla qualità e non sulla quantità, a lavorare sul dettaglio, a restare concentrata sulla musica, sul blues come concetto, come punto di partenza, e sulle idee, sempre.
A seguire c’è quello che ho scritto a caldo, quella mattina dell’ultimo dell’anno..
“Suoni a capodanno” mi chiedeva, anni fa
“Quest’anno no, e tu?”
“mah, a capodanno è difficile che suono, non mi pagano abbastanza e poi la mia non è musica per fa’ casino.”
Ben detto Roby, sei uscito di scena come i grandi sanno fare, prima dello scontato bis, prima dei botti deliranti, hai lasciato il pubblico con la voglia di chiederne di più.

31/12/13
ll blues non è musica per piangere, è esattamente l’opposto, é trasformare la rabbia in energia positiva , che ti arriva dritta allo stomaco senza falsi filtri sentimentali… Lui era così, semplice, il nostro Roberto , un fratello di blues, un punto di riferimento , una guida, un maestro, per me un porto sicuro dove potevo tornare ogni volta che non avevo voglia di continuare, avevo bisogno di una ricarica per non mollare… E ora non posso far altro che cantare per te, per non piangere, come sempre …
Grazie Robe’. Love you.

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